The Line

The Line
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Dopo che a fine ottobre, le immagini scattate da un satellite della Chang Guang Satellite Technology Corporation e alcuni cortometraggi con dei droni hanno mostrato la presenza di oltre 400 escavatori e migliaia di lavoratori presenti operanti (ArabianBusiness, 2022) (Newman, 2022), è divenuto di dominio pubblico che in Arabia Saudita sono iniziati, e stanno tutt’ora continuando, i lavori per la costruzione di “The Line”, facente parte del più ampio progetto NEOM, una megastruttura voluta dal principe saudita e amministratore delegato di NEOM Mohammed Bin Salman, che potrebbe, se completata, non solo essere la più grande struttura mai vista sul pianeta, ma rivoluzionare il concetto di città per come lo intendiamo. Credo che i media italiani quando è stato certificato l’inizio dei lavori non abbiano approfondito a sufficienza le varie implicazioni che potrebbe avere se completato, le ragioni per le quali viene proposto, quali sono gli obiettivi e la visione che vuole essere trasmessa. Certamente non è compito semplice, ma l’obiettivo che questo testo si pone è di scavare un po’ più a fondo, cercando di capire, attraverso i dati, perché Mohammed bin Salman vuole costruire The Line, se ciò che dichiara corrisponde alla verità dei fatti e se questa megastruttura che potrebbe rivelarsi rivoluzionaria è un magnifico progetto o nasconde anche dei lati oscuri.

The line works

© Foto di the Line questo è un link

Per quanto sia possibile che quest’opera non venga completata si deve considerare che il governo saudita sta fortemente investendo su NEOM e che le enormi costruzioni sono iniziate.

Ma per comprendere meglio di ciò di cui si sta parlando, si deve prima comprendere cosa è The Line e che obiettivi si pone. Affronterà le sfide che l'umanità deve affrontare oggi nella vita urbana e farà luce su modi alternativi di vivere. [...] Non ci saranno strade, automobili o emissioni, funzionerà al 100% con energia rinnovabile e il 95% del terreno sarà preservato per la natura. La salute e il benessere delle persone avranno la priorità sui trasporti e sulle infrastrutture, a differenza delle città tradizionali. Larga solo 200 metri, lunga 170 chilometri, alta 500 metri. (Mohammed bin Salman, 2021). Mentre un successivo annuncio di NEOM aggiunge che L’accesso a tutti i beni necessari sarà in 15 minuti, sarà presente un treno che percorre l’intera struttura in 20 minuti. Sarà suddivisa in 3 piani, ognuno dei quali con una diversa funzione, e utilizzerà 34 km quadrati di terreno. Infine il 40% del mondo sarà accessibile in meno di 6 ore, rendendola il centro del commercio globale. (NEOM, 2022)

NEOM venne lanciato originariamente nel 2016 come parte della missione del Regno di diversificare la propria economia dalla dipendenza dal petrolio. (Procter, 2022) Ma per la creazione di questa nuova zona nella provincia di Tabuk Salman oltre a The Line ha fatto progettare anche il Neom Bay Airport, un’isola di lusso (Sindalah), la più grande struttura fluttuante al mondo, motore economico e industriale della regione (Oxagon), una zona dove sarà possibile sciare per tutto l’anno all’aperto (Trojena). (Wego Travel, 2022) e che ospiterà gli Asean Winter Games 2029. (Le Monde 2022)

L’obiettivo Saudita è certamente quello di creare una regione dal nulla, con tutto ciò che può attrarre investitori, aziende o persone, sostenendo il tutto con un quoziente di immigrazione che, se rispettasse gli obiettivi posti, sarebbe già alto per l’Intera Arabia Saudita, ma incredibilmente esponenziale per la specifica provincia del Tabuk. Disponendo del potere ideologico, politico ed economico all’interno del proprio stato e data l’importanza dell’informazione nella società attuale Mohammed bin Salman vuole mostrare al mondo un'Arabia Saudita aperta, che guarda al futuro, e lo fa rispettando l’ambiente e in modo rivoluzionario, creando un centro nevralgico, totalmente diverso dagli altri esistenti. Dato che Neom dovrebbe accogliere 9 milioni di persone ciò porterebbe ad un saldo migratorio ampiamente positivo, contrapposto pero’ ad un calo della popolazione autoctona della provincia di Tabuk, dato che la tribù locale Huwaitat è stata costretta a lasciare il luogo’. (The Guardian 2020)

Skyview of the line

Per quanto sia innegabile che nelle odierne città esista un problema urbanistico e che prescindono da strade e automobili, con anche il problema delle emissioni presente, in contrapposizione a ciò e al fascino del progetto saudita si deve considerare che, seppure nel progetto sia dichiarato come la città si dovrebbe basare interamente sull’energia rinnovabile, ciò risulterà estremamente complicato da realizzare. Inoltre vanno considerati gli enormi costi energetici per la costruzione, dal momento che un così grande impianto di mezzi e persone si è dovuto spostare e dovrà lavorare per anni nel mezzo del deserto. E’ stata anche annunciata la sostenibilità a livello alimentare; attualmente l'Arabia Saudita importa 80% del cibo (BBC, 2022) e pertanto risulta complicato comprendere come possa essere possibile.

Nel mondo le reazioni sono state disparate, mentre in Italia la trattazione dell’argomento è stata approssimativa o inesistente. Si riscontra, ad esempio, la confusione di SkyTg24 che nei suoi articoli riporta: “Si chiama The Line[...] A cinque anni dall’annuncio della sua costruzione”[...] (SkyTG24, 2022) Un affermazione non solo grossolana, ma errata, in quanto The Line è stata annunciata nel 2021; è NEOM e la creazione di una città ad essere stata annunciata 5 anni fa, nel 2017, sottigliezze, certo, ma che fanno comprendere molto, dato anche che l’annuncio di The Line fu fatto da Mohammed bin Salman il 10 Gennaio 2021 e pubblicato su tutti i canali ufficiali.

C’è poi anche chi sostiene che The Line merita più amore[...] perché è progettata per il futuro e funzionerà grazie alle AI[...], sarà a emissioni zero, la qualità della vita per tutti migliorerà, aiuterà la conservazione del pianeta, avrà una densità della popolazione controllata, [e aggiunge che] le persone la odiano perché è un idea nuova e le persone odiano le idee nuove [concludendo che] dobbiamo amare The Line (Wild River Workshop, 2021) Ma è davvero così ? Se per quanto riguarda le emissioni zero non si potrà dire con certezza fino a quando sarà completata, abbiamo pero’ già spiegato come costruire dal nulla una città in mezzo al nulla comporti un impatto ambientale. E poi ci sono tutte le conseguenze che The Line potrebbe avere a livello ambientale. E’ situato in una zona con una faglia: se ci dovesse essere una scossa di terremoto, essendo la faglia trasversale rispetto a The Line, è difficile immaginare che una così grande struttura possa essere sicura e non ci siano conseguenze catastrofali. Per quanto riguarda la fauna, secondo Dami Lee, architetto e youtuber “influenzerà drasticamente la migrazione della fauna selvatica. fermando le migrazioni degli animali[...] e uccidendone centinaia di specie’. (Dami Lee, 2022) Qualche dubbio sorge anche sulla densità della popolazione controllata, in quanto la struttura rischia di influire anche sul tipo di società che si svilupperà al suo interno; differenze sociali, prestigio, obblighi e divieti o accesi ad alcune zone. La mobilità sociale sarebbe praticamente impossibile, almeno a livello intragenerazionale, mentre la privacy sarebbe completamente inesistente proprio per l’IA. Oltre agli interrogativi sulla gestione di un eventuale guasto sui trasporti che bloccherebbe l’intera città. E questo sarebbe un miglioramento della vita, ne siamo così sicuri ?

Eppure non è tutto, perché l’analisi deve essere estesa ad ulteriori questioni morali. Dovrebbe infatti far riflettere il trattamento della tribù locale Huwaitat. "Quando hanno avviato NEOM all'inizio del 2016, Mohammed bin Salman ha promesso loro di farne parte e di condividere lo sviluppo e il miglioramento dell'area", afferma Alya Alhwaiti, […]portavoce della tribù. "Nel 2020 sono costretti a lasciare la loro terra senza un posto dove stare. E nel momento in cui apri la bocca o dici qualcosa, sparisci dalla faccia della terra". Due anni dopo i sicari sauditi hanno rapito, ucciso e smembrato il giornalista Khashoggi. Le autorità saudite continuano a sfrattare la tribù degli Huwaitat dalle loro terre. Un membro della tribù, Abdul Rahim al-Huwaiti, è stato ucciso in uno scontro con le autorità saudite dopo aver rifiutato di essere trasferito. I membri del comitato consultivo di NEOM hanno dichiarato a The Independent “nessuno è stato perseguitato o allontanato con violenza dalle proprie terre”. (Daragahi Trew, 2020) Alqst comunica che, il 2 ottobre 2022, il tribunale speciale solitamente usato per gestire i casi di terrorismo ha emesso condanne a morte nei confronti di Shadli, Ibrahim e Ataullah al-Huwaiti, membri degli Huawaitat. I tre si sono opposti allo sgombero delle loro case e hanno manifestato contro la decisione del governo. (Indiano, 2022)

Around the Line

Per concludere, nonostante The Line possa apparire come la città del futuro, è necessario non fermarsi alle affascinanti immagini, ai maestosi proclami o all’apparente utopica bellezza, ma analizzare anche il rischio che si trasformi in una città distopica in pieno stile orwelliano, nella quale ognuno ha determinate mansioni, non può accedere in determinate zone e dove si è costantemente sorvegliati. Lorenzo Mattozzi (associato MVRDV) e architetto dichiara; “La domanda principale non è come e quando, ma perché[...]?” E’ proprio questa la questione chiave dalla quale devono partire tutte le domande e le ricerche su The Line, considerando non solo gli aspetti visibili, ma anche quelli più nascosti e purtroppo negativi, perché, per quanto The Line si proponga come rivoluzionaria e portatrice di miglioramenti, non dobbiamo dimenticarci di tutte le possibili conseguenze negative, sia attuali che potenziali.

Elia Campanini


Bibliography

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